Sonia Baglieri

Archivio Tag: Surrealismo

Il Doppio Segreto – René Magritte

“Le Double Secret”, 1927 – René Magritte

Ho visto e fotografato un po’ di tempo fa questo quadro esposto al Centre Georges Pompidou… il Museo d’Arte Moderna di Parigi… E’ sempre suggestivo trovarsi davanti ad un dipinto di René Magritte… diciamo che non capita tutti i giorni…

Rimasi estasiata davanti a questo dipinto… “Il Doppio Segreto”… Già il titolo è avvincente!!!… Cosa nasconderà mai quel volto umano?… Ironizzando sul tema lo intitolerei: “Giù la maschera!”… Il pittore, tranciando e spostando di lato la parte superficiale del volto, scopre una realtà ancora più oscura… Invece di chiarirci le idee… ci rivela una realtà ancora più misteriosa… che forse neanche il “proprietario” di quel volto conosce… Forse per questo il segreto è “doppio”… il segreto è inesplicabile sia al protagonista e sia a chi lo guarda… Quella parte misteriosa che ognuno di noi cela dentro… e che offre molteplici interpretazioni agli occhi di chi tenta di guardare nel profondo della natura umana…

E il segreto?… Quale potrebbe essere?… Forse il trauma che Magritte subì quando era bambino… il suicidio della madre… La parte infantile di lui, suppongo che venga fuori dai sonagli attaccati a quella cavità oscura… Considero i sonagli come simbolo di quella voglia di giocare che purtroppo viene spezzata in tenera età… Quel ricordo così doloroso che non si vuole raccontare agli altri… ma che purtroppo e quando meno te lo aspetti viene fuori implacabile… Come quando non riusciamo a trattenere le lacrime… e non vogliamo piangere o mostrarci deboli di fronte agli altri… e la disperazione mette in crisi la nostra “lucidità”

Che canzone associo a questo formidabile dipinto?… Parlando dell’apparente “sobrietà” dello stato d’animo degli uomini… subito mi viene in mente la canzone di Tanita Tikaram“Twist In My Sobriety”… Più si cerca di guardare dentro alle persone… e di sverlarne l’anima… e più le persone non si riveleranno mai per quello che sono in realtà… Noi stessi, sfido chiunque, teniamo sempre una parte nascosta che facciamo fatica a rivelare… “Look my eyes are just holograms… I don’t care about their different thoughts”… E’ un po’ la pretesa dell’uomo… cercare di capire gli altri… ma difficilmente si sarà disposti a dire tutto della propria storia… nascondendo magari alcuni momenti salienti del proprio vissuto… e correndo anche il rischio di apparire diversi da come si è veramente

“Twist In My Sobriety”
Tanita Tikaram – WEA Records 1988

What The Water Gave Me – Frida Kahlo

“What The Water Gave Me”, 1938 – Frida Kahlo

Guardare questo dipinto di Frida Kahlo, intitolato “What The Water Gave Me”… è come leggere una pagina del suo diario… Qui Frida scatena tutta la sua immaginazione… facendo affiorare sulla superficie dell’acqua diversi ricordi, pensieri, sognipresagi di mortecondizione di dolore fisico… e fantasie erotiche sfrenate… Interessante il punto di vista che l’artista offre allo spettatore… Lei distesa rilassata, immersa nell’acqua della sua vasca da bagno… chi osserva è attratto immediatamente dai suoi piedi… con le unghie laccate di rosso… e che sono la chiave di lettura dell’intero insieme… Con quell’alluce sanguinante la Kahlo vuole ricordare l’esperienza drammatica che ebbe… l’incidente stradale a causa del quale rimase gravemente ferita… e che la segnò sia come donna che come pittrice…

Nonostante questo stato di “annientamento fisico” lei non si arrese mai… In tutti i suoi dipinti viene fuori questo spirito di rivalsa nei confronti del destino… Il quadro sebbene esplicitamente surreale per i vari dettagli onirici che emergono… rivela episodi reali e non astratti… Perché?… Perché Frida era una donna concreta… un libro aperto… Non riusciva a nascondere le sue sensazioni… emozioni e desideri anche sfacciati che cercava di tramutare in qualcosa di tangibile… e di visibile agli occhi…

Dovremmo un pò tutti prendere esempio da Frida… Ci demoralizziamo troppo facilmente… e con la stessa facilità ci dimentichiamo di coloro che stanno peggio di noi… le persone che sono costrette a letto e che non possono viaggiare… se non con la loro fantasia, per esempio… Frida ci dimostra che gli esseri sensibili, emozionali, creativi… fino a quando il loro cuore batte… affrontano con coraggio l’esistenza… non smettendo mai di sognare, di fantasticare… di vivere!!!…

Cosa associo al capolavoro di Frida Kahlo?… Ebbene… all’inizio avevo una mezza idea di farvi ascoltare una canzone che per pura coincidenza ha lo stesso titolo del dipinto… si tratta di “What The Water Gave Me” un brano di Florence and The Machine… Il brano è ispirato al suicidio della scrittrice inglese Virginia Wolf… avvenuto in un fiume dopo essersi riempita le proprie tasche di sassi… Dopo aver tradotto il testo secondo me le parole non rispecchiavano per niente lo spirito della pittrice Messicana… anzi, tutto il contrario… Frida non si è mai arresa di fronte alle avversità… Lei rappresenta l’idea della donna tenace… che morde con passione la vita… Le difficoltà la rendono più forte… ed è proprio questa sua vitalità che la rende così speciale ed unica…

E allora… che canzone associo a questo quadro?… “Something In The Water” di Brooke Fraser… Una canzone che esprime la gioia di viverela felicità fatta di cose semplici… Possiamo essere felici con poco!!!… Dormire in un’amaca nelle notti d’estate… oziare nel letto alla mattina… “vestirci” di cose belle, come il sorriso, i gesti d’affetto… vivere la natura… ascoltare gli uccellini cantare… apprezzare la solitudine… sentire il sole che scalda la pelle… assaporare un bicchiere di vino rosso, da soli o in compagnia… amare con un pizzico di follia… e anche l’acqua che può sembrare un liquido insignificante e senza gusto… assumerà un altro “sapore”… il sapore della vita!!!…

Solo chi apprezza la vita… riesce a vedere qualcosa di straordinario nella semplice acqua!!!….

“Something In The Water”
Brook Fraser – Sony Records 2010