Sonia Baglieri

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Let It Be – The Beatles

Ho sempre trovato gradevole l’ascolto dei brani di “Let It Be”… Ogni brano di questo disco è un classico… cosa si può dire di fronte ad un capolavoro?!… Beh… qualcosa in realtà bisognerebbe dirla… Una cosa è certa, dopo varie ricerche (benedetto sia Internet), capisco oggi con più consapevolezza la malinconia che aleggia su “Let It Be”… A chi, come me, è appassionato di musica, che non è nato in quegli anni e non ha vissuto quell’epoca… non verrebbe mai in mente che dietro ad un così bel disco ci sia un avvenimento davvero triste: la fine di un’amicizia

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Let It Be – The Beatles

“Let It Be”, è l’ultimo disco dei Beatles… fu registrato in un freddo inverno del 1969… in uno studio enorme, dove erano state collocate delle telecamere… L’idea originale, di McCartney, era di registrare un album dal vivo, riprenderne le sedute d’incisione (infatti, nel sottofondo di ogni canzone si sente l’improvvisazione musicale del gruppo)… per poi trarre un film-documentario, e concludere il tutto con uno spettacolare concerto in un anfiteatro greco, o su un transatlantico (caspita!)… Tutto andò storto!… All’origine il disco doveva essere chiamato “Get Back “… a sottolineare il ritorno dei 4 sulla scena… Però i litigi, documentati dalle telecamere, erano all’ordine del giorno… la presenza di Yoko Ono e i tentativi di McCartney di mantenere il controllo delle operazioni non fecero che peggiorare le cose… L’album venne poi abbandonato per quasi un anno, finché non venne riesumato nel 1970 da due produttori, Glyn Johns e Phil Spector… e in particolare il secondo ebbe un approccio disastroso sull’arrangiamento di “The Long And Winding Road”… Avete presente i ritocchini che si fanno con il Photoshop alle foto?! Ebbene, allo stesso modo, con qualche trucchetto sonoro alla canzone, che all’origine era incisa semplicemente dal vivo da McCartney, vennero aggiunti 50 elementi di orchestra con un “coro barocco” femminile che non rispecchiava per nulla la linea musicale del disco… L’ulteriore tragedia fu che tutto venne fatto all’insaputa dello stesso McCartney… Vi rendete conto?… La frittata era già stata fatta… Non solo le incomprensioni fra i 4 musicisti ormai erano note ed evidenti a tutti… ma pure il loro produttore peggiorò la situazione già irrecuperabile…

“Across The Universe” è uno dei miei brani preferiti… viene fuori tutta l’anima di Lennon… quel suo misticismo e quella sua creatività quasi “divina” che invita alla riflessione… Su questo brano si sono scritti fiumi di parole cercando di interpretarlo… A me piace pensare che sia semplicemente una “canzone universale”, così come evoca lo stesso titolo… il ritornello “Nothing’s gonna change my world”… invita la personalità unica e sola di ciascuno di noi che può sopravvivere e attraversare l’universo mediante l’autocontrollo e la concentrazione… La solitudine umana si tocca con mano anche nel brano “I Me Mine”… struggente e inconfondibile il ritornello del pezzo scritto da George Harrison… quasi ossessivo… Che dire di “Let It Be”?! Paul McCartney rivelò che l’ispirazione per la canzone gli venne da un sogno, nel quale aveva parlato con la madre Mary, morta di cancro nel 1956 quando lui aveva solo 14 anni… Nel sogno, la madre consigliava a Paul, preoccupato per le tensioni nel gruppo, di lasciare correre, to let it be”, che tutto si sarebbe aggiustato… Brano molto discusso, pensate che a John Lennon non piaceva…poiché lo considerava troppo “pseudo-religioso”, come si evince dalla sua frase in falsetto che sul disco precede la canzone a mo’ di scherno… Secondo alcuni, l’antipatia di Lennon per il brano sarebbe confermata proprio dalla collocazione della canzone sull’album, posta appena dopo l’irridente frase di Lennon: «And now we’d like to do: Hark The Angels Come”!» (“Ed ora vorremmo eseguire: Udite! Gli angeli cantano”!) e subito prima dell’esecuzione di “Maggie Mae”, dedicata ad una prostituta di Liverpool… Fatto sta che “Let It Be” diventò un successo planetario… Nel 2004 il brano ha raggiunto il ventesimo posto nella classifica delle 500 canzoni migliori di tutti i tempi pubblicata dalla rivista Rolling Stone… Degno di essere menzionato è “Get Back” il brano che chiude e che in realtà doveva essere il titolo del disco e segnare il ritorno alle origini musicali del gruppo, il Rock’n’roll… Il ritmo dentro c’è tutto, evoca l’epoca delle canzonette dal ritornello orecchiabile… peccato che fu l’ultimo tentativo di tornare agli anni d’oro dei Beatles… Lo stesso Lennon nella battuta finale che chiude la canzone sembra essere sarcasticamente profetico… il destino per i 4 era già stato scritto: «I’d like to say thank you on behalf of the group and ourselves, and I hope we passed the audition!» (“Vorrei ringraziarvi a nome del gruppo e di noi stessi, e spero che abbiamo passato l’audizione!”)… Il gruppo si sciolse…

“Let It Be” – The Beatles
1970 – Apple Records

TRACKLIST
Lato A
1. Two of Us (Lennon-McCartney) – 3:37
2. Dig a Pony (Lennon-McCartney) – 3:55
3. Across the Universe (Lennon, McCartney) – 3:48
4. I Me Mine (Harrison) – 2:26
5. Dig It (Lennon-McCartney-Harrison-Starkey) – 0:50
6. Let It Be (Lennon-McCartney) – 4:03
7. Maggie Mae (Trad. arr. Lennon-McCartney-Harrison-Starkey) – 0:40
Lato B

1. I’ve Got a Feeling (Lennon-McCartney) – 3:38
2. One After 909 (Lennon-McCartney) – 2:54
3. The Long and Winding Road (Lennon-McCartney) – 3:38
4. For You Blue (Harrison) – 2:32
5. Get Back (Lennon-McCartney) – 3:09

“Let It Be” – The Beatles